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La cattedrale di San Cataldo e le sue caratteristiche

Cosimo Lenti - 5 Giugno 2022

La cattedrale di San Cataldo (o Duomo) è uno dei più importanti simboli della città di Taranto.

LA STORIA DELLA STRUTTURA DELLA CATTEDRALE DI SAN CATALDO

La cattedrale venne costruita dai bizantini nella seconda metà del X secolo, nel corso dei lavori di ricostruzione della città ionica che a quell’epoca era sotto il governo dell’imperatore Niceforo II Foca.

Nel 967 l’imperatore bizantino, considerato il secondo fondatore di Taranto, decise di ricostruire l’intero borgo antico, partendo proprio dalla cattedrale.

La chiesa e la sua cripta vennero edificate con materiali di spoglio ottenuti dalle precedenti costruzioni, tipicamente greche e romane. Infatti le colonne presenti nella struttura sono diverse tra loro.

Negli ultimi anni dell’XI secolo l’impianto venne modificato e si costruì l’attuale cattedrale a pianta basilicale. Tuttavia la vecchia costruzione non fu sostituita del tutto: il braccio longitudinale, ampliato e ribassato, incorporò la navata centrale con la profonda abside della chiesa bizantina, rimasta inalterata; l’altare è posto sotto la cupola e la vecchia navata divenne il transetto, tagliato poi dalle navate laterali, lasciando in vista una serie di colonnine che decoravano l’antica costruzione.

Nel 1713 fu aggiunta la facciata barocca opera dell’architetto leccese Mauro Manieri.

L’ESTERNO DELLA CATTEDRALE DI SAN CATALDO

I muri esterni sono di stile semplice e decorati da una serie di archetti a specchiature, all’interno dei quali si disponevano conci bicolori che creano figure geometriche.

La facciata antica doveva presentare forme molto simili. L’attuale facciata settecentesca è tagliata orizzontalmente da un architrave spezzato di stile barocco.

Sui tronconi sono adagiati due angeli che guardano il rettangolo del finestrone centrale sul quale campeggia la statua in pietra di san Cataldo.

In basso si apre l’ampio portale sulla cui trabeazione è incastonato lo stemma dell’arcivescovo Gian Battista Stella. Sulle due fasce laterali suddivise in campi rettangolari sono posizionate quattro nicchie con le statue di san Pietro Apostolo e san Marco poste in basso ai lati del portale, e di san Rocco e sant’Irene in quelle superiori.

Le nicchie sono sormontate da medaglioni culminanti a conchiglia. Il finestrone è contornato da ornamentazioni floreali e affiancato da due colonne tortili.

Due angioletti adoranti fiancheggiano la statua di san Cataldo che sormonta il finestrone. Sull’architrave del grande portale è scolpito lo stemma dell’arcivescovo Stella che promosse la realizzazione dell’opera.

Nel XII secolo fu innalzato il campanile normanno e in seguito dal terremoto del 1456 fu necessario demolire la parte sommitale perché pericolante. Successivamente con i restauri dello Schettini nel 1952  fu completamente demolito e sostituito con l’attuale.

INTERNO DELLA CATTEDRALE DI SAN CATALDO

La cattedrale misura 84 metri di lunghezza e 24 di larghezza, ha una navata centrale, due laterali e un transetto a una navata. Le tre navate sono divise da una duplice serie di otto colonne sormontate da capitelli di diversa fattura. Le pareti interne furono arricchite di stucchi e affreschi, oggi quasi scomparsi.

LA CRIPTA DELLA CATTEDRALE DI SAN CATALDO

La cripta presenta un impianto cruciforme ed è divisa da due navate, con colonne basse sormontate da lastre che fungono da capitelli sulle quali vi sono delle volte a crociera a sesto rialzato di epoca tarda.

Sulle pareti si notano dei frammenti di affreschi che decoravano l’intero ambiente. Particolarmente significativo è il trittico raffigurante san Cataldo, santa Maria Maddalena e santa Maria Egiziaca, dove si può notare la sovrapposizione di immagini risalenti a epoche diverse.

Vicino alla parete orientale vi è un sarcofago della fine del XII secolo, sul quale un bassorilievo raffigura un defunto. Nel vano della cripta vi sono le tombe di alcuni arcivescovi di Taranto.

IL CAPPELLONE DELLA CATTEDRALE DI SAN CATALDO

Degno di nota è l’imponenza del Cappellone. Secondo alcune ricerche, l’opera risale al 1151 grazie all’arcivescovo Giraldo che ne ordinò la costruzione con l’obiettivo di dare il giusto tributo al corpo del Santo Patrono sepoltura fino al suo assetto finale, nel 1658 grazie all’arcivescovo Tommaso Caracciolo con ulteriori lavori proseguiti nel 1665 dall’arcivescovo Tommaso Sarria e nel 1759 con l’arcivescovo Francesco Saverio Mastrilli.

Il cappellone è preceduto da un vestibolo quadrangolare ai cui lati sono presenti due statue: a destra quella di San Giovanni Gualberto, a sinistra quella di San Giuseppe con il Bambino. L’organo risale al 1790, ed è un’opera di Michele Corrado che successe ad un precedente vittima di un incendio.

Fondamentale è l’altare maggiore, decorato con lapislazzuli e madreperla in cui è presente il sarcofago del Santo. Sui pilastri laterali sono raffigurati gli stemmi del Capitolo Metropolitano della Cattedrale e quello della città di Taranto.

Sopra l’altare, troviamo la statua in argento del Santo protettore fusa da Virgilio Mortet nel 2003. Ai lati due statue marmoree di San Giovanni Battista e San Pietro. Proseguendo in senso orario troviamo le statue di San Francesco di Paola, di San Francesco d’Assisi e di Sant’Irene dello scultore Giuseppe Sammartino. Ai lati dell’ingresso alla cappella, San Marco e San Sebastiano; a sinistra Santa Teresa, San Domenico e San Filippo Neri.

La volta, prodotta da Paolo De Matteis nel 1714, raffigura la Glorificazione di San Cataldo.